Trap. Quante volte al giorno sentite ripetere questa parola? Ghali, Tedua, Il Cane, Izi, Dark Polo Gang, sono tutti artisti di cui oggi si parla moltissimo e che hanno abbracciato questo nuovo genere musicale. Ma come nasce e cosa vuole esprimere la trap?

Trap Music. Trap House. Trapping. In Italia questo genere ha iniziato a spopolare relativamente da poco tempo, ma in realtà affonda le sue radici nell’America della fine degli anni ’90, nelle case abbandonate, luoghi di spaccio (trap house) e nel consumo di droghe (trapping). Ed è in questo contesto che inizialmente è nata la trap, prima simbolo di un luogo fisico – degradato e malfamato – e solo successivamente esplosione di note antisistema e controcorrente.

Cos’è rimasto oggi del significato originario della trap? Oggettivamente poco, anche se i temi descritti dagli artisti nei loro testi non si discostano molto dall’immaginario della fine degli anni ’90. Oggi il termine trap sta a indicare essenzialmente una categoria musicale, un determinato utilizzo di suoni, ritmi, voci e strumenti tipici di questo genere. Negli anni ’90 il termine ha iniziato a comparire nei testi di rapper americani. Negli anni 2000 si è affermato nella scena underground e nel 2010 ha fatto il botto, diventando mainstream. A quel punto il genere ha rotto i confini degli Stati Uniti ed è arrivata anche in Italia dove è stato accolto ed abbracciato da artisti essenzialmente molto giovani. Questi ragazzi hanno deciso di chiudere con le vecchie regole del rap, con le sue rime e i suoi ritmi. Hanno scelto di sovvertire le leggi fino ad allora comunemente accettate nel mondo della musica e sconvolgere tutto. Quale miglior modo, se non con la trap, quindi?

Viviamo nell’epoca della dubstep e della musica elettronica, ed è impossibile pensare che non abbiano influenzato i giovani artisti del nuovo genere musicale. Questo si è contaminato, ma non solo con il rap – con cui, nonostante le differenze, mantiene un filo conduttore – ma anche con questi generi. È nato quindi un nuovo modo di fare musica, che si nota soprattutto in un utilizzo completamente diverso della metrica, che non chiude più le rime ed è contro tempo. La trap fa anche un uso massiccio di Auto-Tune, strumento un tempo ampiamente criticato e oggi utilizzato a più non posso.

Soldi, belle donne, droghe, abiti vistosi: molti cantanti trap parlano principalmente di questi temi nei loro testi. Cercano – e ostentano – un tenore di vita che scimmiotta e porta all’estremo quello dei gangster americani, rivendicando allo stesso tempo la loro provenienza dai quartieri periferici delle grandi metropoli. Molte canzoni, però, parlano di riscatto sociale e la musica qui diventa strumento di lotta. Come nel caso di Ghali, che in “Cara Italia” canta il suo amore per il nostro paese, ma racconta anche la sua storia di migrante di seconda generazione. Una musica questa, che ha catturato anche Sandra Piace. Quando il rap e la trap s’incontrano… il risultato non può essere che questo.