Scrivono di loro su GQItalia, Vice, Wired e Rolling Stones, e queste sono solo alcune testate. Hanno perfino aperto un concerto dei Guns ‘n’ Roses. Sono le SuicideGirls, fenomeno nato nel 2001 e che ad oggi conta 5 milioni di visite al mese sul sito e più di 6 milioni di followers su Instagram. Ma chi sono queste 3 mila ragazze che tutti seguono sul web?

Spogliarsi nuda sul web non vuol dire essere Putt*: Parola di SuicideGirls

Le SuicideGirls sono un fenomeno culturale e sociale molto controverso e tutto tranne che banale. Già dal nome – tratto dal libro di Palahniuk “Survivor”- si percepisce come il concetto di bellezza conformista venga stravolto. Il suicidio della bellezza appunto, dove si ribaltano i canoni estetici imposti dai media per seguire qualcosa di alternativo, non convenzionale. I modelli di bellezza del XXI secolo erano due e nettamente divergenti: magrezza inverosimile o chirurgia plastica prorompente. Approdano nel web loro, ragazze dai capelli colorati, piercing, abiti succinti o lingerie audace, corpi nudi e colorati come tele.

Le SuicideGirls si lasciano fotografare in pose che non lasciano spazio all’immaginazione per celebrare una corrente di pensiero lontana dai tabù, ma ad alto contenuto erotico. Quando si parla di SuicideGirls si parla di softcore, ovvero di quella vetrina di pornografia definita morbida dove il nudo non è solo fisico, ma anche psicologico e dove la fantasia e la suggestione la fanno da padrone. Molte volte il confine è labile tra pornografia hardcore e softcore, ma navigando sul sito delle SuicideGirls la prima cosa che si nota, oltre ai corpi bellissimi, sono le pose, le luci ed una grande padronanza della propria sessualità e del proprio corpo. Una vera e propria comunità di donne che mostrano il loro corpo e danno voce ai loro pensieri. Una miscellanea di stili, da quello punk a quello dark, passando per quello da pinup. Bellezze diverse tra loro con un comune denominatore: libertà di espressione. Unica caratteristica comune, tratto distintivo di queste ragazze è proprio lo stile personale di ognuna di loro che le rende uniche. Peso, altezza, magre o morbide, non importa. Ognuna esprime la propria bellezza esteriore e interiore attraverso foto e blog. Ed è forse proprio questa la vera rivoluzione… posare e mostrare il proprio corpo indipendentemente dalla cellulite o da tutte le imperfezioni fisiche che solitamente cerchiamo di celare, ma che invece raccontano la nostra unicità.

Suicide Girls

Direttamente da un post di Sandra sotto questa foto scrive:

“C’era questa ragazza bellissima (Fishball) che appena mi ha visto mi è venuta a salutare e mi ha abbracciata e nulla già era bastato per farmi innamorare! Poi mi ha guardata e mi ha detto -ma tu non vuoi fare la SuicideGirl?- io avevo gli occhioni a cuore…
Penso che quasi ogni ragazza abbia sognato di esserlo almeno per 1 secondo, perché diciamo la verità essere SG è una cosa da super gnocche, anche se immagino che essere Suicide non è sempre facile, devi avere una grande forza interiore e i tattoo e le foto nude c’entrano poco con il titolo di SG, è qualcosa che va oltre e questo sono riuscita a captarlo negli anni da Riae. Riae oltre essere sicuramente una delle più belle e professionali è anche quella che spiritualmente ha capito cosa significa essere SG nell’anima.
Tornando a me, guardavo Fishball con gli occhi dell’amore, ma poi sono tornata al mondo reale e mi sono ricordata che vivo in un paese bigotto dove se ti spogli sei automaticamente una poco di buono. Sia chiaro, me ne frego del giudizio della gente, ma ho pensato a mio figlio a quello che potevano dirgli a scuola “tua madre si spoglia nuda ecc ecc ” e le ho detto “no tesoro” in fondo l’unico mondo che sento mio è fatto di 4/4 rime flow e beat quindi non essere una SG per me non è questa grande rinuncia, ma
tutto questo mi ha fatto pensare alla tristezza che mi fanno certi uomini che classificano tr*** le ragazze che per lavoro si fotografano nude ed ancora di più la tristezza che
 sono le donne che insultano le altre donne perché queste si spogliano. Tutto questo mi ha fatto ragionare su quanto sia importante il compito delle SG sopratutto in Italia, già, perché oltre che spogliarsi, queste ragazze hanno l’enorme compito di aprire le menti delle persone. Una donna se si spoglia in una foto artistica non è una poco di buono. Io non amo spogliarmi, perché mi piace essere guardata da un solo uomo… il mio. Eh lo so é controcorrente e fuori moda quello che sto per dire: non ho bisogno di commenti di uomini che mi scrivono, mi basta sentirmi bella per un solo ragazzo. Voglio che sia orgoglioso di me quando parla agli amici, voglio che possa mostrare una mia foto a sua nonna senza farle venire un infarto, non che si debba vergognare perché la sua tipa posta delle foto nuda.

(Nota bene: non mi riferisco nè alle modelle di intimo nè a tutte quelle ragazze che fanno foto artistiche, tantomeno a ragazze semplicissime che fanno una foto al mare in costume senza malizia. Parlo di una categoria di ragazze insicure di se stesse che per avere due like in più mostrano culo e tette senza alcun merito artistico e non mi riferisco alle SG)”

Il nudo oltre il nudo.

Facendo un giro sul sito SuicideGirls.com ho trovato la sezione blog, nella quale le ragazze scrivono i loro pensieri. Ivylina, una bellissima ragazza russa mi lascia un attimo perplessa. Lascia un messaggio per tutte le donne quasi contro le sue stesse foto che pubblica, ma forse se le si guardano più attentamente si percepisce proprio il senso delle SuicideGirls. –Nessuno al mondo ti limiterà se non sei tu a farlo. Tutte le donne che ho incontrato durante la mia vita sono state e sono uniche a loro modo, e anche tu lo sei. Siamo donne, ascoltaci ruggire!