La musica è una cosa meravigliosa. Non solo perché allieta le nostre giornate facendoci compagnia mentre lavoriamo, ci risposiamo o aspettiamo l’autobus, ma anche perché aiuta le persone con patologie ad aprirsi verso il mondo esterno e ne facilita la comunicazione. Questi trattamenti hanno il nome di musicoterapia: andiamo a vedere cosa sono.

I benefici della musica

Chiariamo innanzitutto una cosa: pur essendo un trattamento benefico per molte persone, la musicoterapia non è riconosciuta a livello medico e sanitario. Questo non vuol dire che non abbia influenze positive sui suoi pazienti, anzi. La musica è usata a scopi terapeutici in diversi ambiti. Persone affette da autismo, Alzheimer, o che soffrono di stati d’ansia e depressione, hanno trovato grande giovamento da questi trattamenti. La musicoterapia consente infatti non solo di calmarsi ed essere più rilassati, ma anche di aprirsi al mondo esterno e migliorare le proprie capacità di comunicazione.

La musicoterapia prevede sia un approccio passivo, sia un approccio attivo. Nel primo, le persone sono stimolate attraverso l’ascolto delle note e delle canzoni, nel secondo diventano protagoniste del trattamento. Cantare, suonare uno strumento, partecipare ad attività che prevedono la messa in gioco delle proprie capacità, fa reagire i pazienti in modo assolutamente positivo. Far ascoltare a una persona affetta da Alzheimer un testo che la rimanda a un periodo felice della sua vita, ad esempio, la porterà a sorridere e a ricordarsi – seppur a livello inconscio – di momenti sereni.

La musica, infatti, è in grado di stimolare il rilascio di endorfine, donando così al paziente una sensazione di buonumore. Chiaramente questa terapia deve essere svolta da persone competenti che, in base alla persona da trattare, sceglieranno il percorso più adatto. Solo così il paziente potrà tirare fuori le proprie emozioni e rispondere positivamente agli stimoli.

Un’origine antica

La musicoterapia affonda le sue radici nell’antichità, anche se in forme diverse e meno sofisticate rispetto a oggi. Centinaia di anni fa era considerata essenzialmente un rito magico, e solo all’inizio del XVIII secolo si è iniziato ad avere un approccio più scientifico a questo tipo di trattamento. Oggi la musicoterapia si accompagna, ed è usata come sostegno, agli altri procedimenti medici cui il paziente è sottoposto e sono molti gli istituti che si occupano di formare terapeuti in quest’ambito.