Il nostro esperimento trap è abbastanza particolare. Assodato che questo è un tipo di musica che sta scalando velocemente le vette del mercato radiofonico, e che soprattutto rappresenta il boom del momento della generazione adolescenziale. Abbiamo cercato di capire cosa ne pensa un pubblico di età diversa, riguardo alla trap.

L’Hit del momento

Ecco Enrico Mannazza, 78 anni appena compiuti. Ci siamo trovati in Viale a Pesaro, a pochi metri dal mare dove lui ogni giorno va a camminare per tenersi in forma e gli abbiamo fatto sentire e vedere il video top delle classifiche YouTube.

Enrico
Fonte: Danilo Billi Photografer

GHALI – Cara Italia (Prod. Charlie Charles)

75.878.940 visualizzazioni

Enrico accetta la nostra proposta. Mentre visiona il video, il viso è abbastanza corrucciato, si capisce fin da un’occhiata superficiale (e non siamo neppure a metà della canzone, già un tormentone di questa pre-estate), che qualcosa non gli piace e poco dopo arriva feroce la sua sentenza: “Ma questa è musica? Per me sono delle parole messe a caso lì, è poi la melodia sembra una cantilena come il canto delle Mondine quanto raccoglievano il riso, ma poi dico io guarda che capelli, per me è una roba da vomito, scusate se sono diretto ma se parliamo di musica e di canzone italiana, siamo seri… parliamo di Lucio Dalla, di Luca Carboni, di Mina, di Celentano, di Baglioni per restare solo nell’ambito nazionale. Questa Trap mi fa schifo, i giovani di adesso non capiscono proprio niente, nè loro nè le radio che la trasmettono, ma si sa che lì è una questione diversa… vengono pagate dai discografici, è una questione di pugnette e bidoni che si fanno a vicenda, ma del resto siamo in Italia cosa vuoi pretendere?”.

Un guru della Trap

Ma questo, è solo l’inizio della nostra inchiesta. Questa volta abbiamo voluto sondare un altro campione d’età, uno sportivo che ha accettato di incontrarci e anche di sottoporsi alla visione e all’ascolto di un altro “Guru” della Trap della scena italiana. L’interessato si chiama Filippo Baioni, e il nostro device ha fatto rotta nuovamente su YouTube per cliccare play e fare partire il video di:

Maruego – La crème di Karim

827.749 visualizzazioni

Filippo all’inizio rimane impassibile, appoggiato alla sua bici da corsa, occhi attenti al cellulare e cuffiette per ascoltare meglio parole e musica. Di primo acchito, sembra essere stato preso bene da questo video, ma poi sul finire del singolo trap il suo viso fa trasparire una mezza smorfia:

“Io sono sulla soglia dei 50 anni, questa Trap, non mi piace, se questo è un esponente dalla Trap italiana non ci siamo proprio, certo per suonare suona, ma per il resto il testo è stucchevole, non ha mordente, è lento sembra un raggae riuscito male. Io ascolto Ligabue, i Red Hot, ma vado pazzo per Vasco, neppure un minimo di paragone, questa roba non fa grip. Vasco ti emoziona ti fa sognare, questo qui con tutto il rispetto del mondo fa vomitare, è lento, stucchevole, non trasmette niente, della Trap ho ascoltato qualcosa, quella di Ghali, ecco quella la puoi mettere nelle feste in spiaggia e ci sta anche, ma questo qui se lo metti fa da svuota pista. No no, non ci siamo assolutamente non mi trasmette niente io lo boccio di brutto.”

Filippo
Fonte: Danilo Billi Photografer

Con due recensioni in negativo capiamo che se la Trap è cool fra i ragazzi, appena alziamo l’asticella dell’età non piace…

Dal Rap alla Trap

Proseguiamo il nostro esperimento con Rosalba Angiuli, ex insegnante che attualmente dirige un giornale telematico nella zona delle Marche, culla tra l’altro di tanti rapper come Fibra, Nesli, I Kmaiuscola e non solo, insomma, è una zona nella quale il rap ha fondato alcune delle sue radici più importanti…

Questa volta abbiamo scelto un artista che dalla scena Rap è passato recentemente alla Trap.

Guè Pequeno – Come Se Fosse Normale

716.732 visualizzazioni

“Premetto che ho 69 anni, ma sono abituata ad ascoltare tutti i tipi di musica. Questa non mi dispiace, perché comunque assomiglia molto al rap, ha un certo piglio, è giovanile. Le parole deludono, sono troppo ripetitive, sono un po’ troppo di stile gangster, o di qualcuno che vuole sottomettere gli altri, in alcuni punti poi sono scurrili, forse perché l’artista si atteggia molto a ras del ghetto, e sinceramente non tutto lo slang usato è comprensibile. Non ho apprezzato molto il fatto che non si capisce se l’artista parla, canta o se il suo è solo una questione di atteggiamento. Però il video aiuta a recepire meglio la pochezza di testo che ha espresso nel suo brano”.

Un esperimento che ha molto da dire.

Se quindi fra i giovani la musica Trap vince, fa views ed ascolti sui social e sui servizi di streaming, appena si cambia età del pubblico la Trap perde fra i tanti grandi nomi della musica italiana. Che peró sia questo il futuro della musica italiana? Essere sempre un passo indietro di quella precedente? Chissà, ma forse, questo esperimento, la dice lunga…