Con il termine inglese “fake news” (notizie false) si definiscono quegli articoli che danno informazioni inventate, apposta per rendere virali quelle che vengono definite bufale, soprattutto attraverso il web e i social media. I motori di ricerca cercano di combattere questi siti, i social media meno, ed è appunto proprio in questo ambito che le fake news dilagano, aumentando il raggio di diffusione anche delle più piccole testate, che le propongono per riscuotere un certo successo.

Al momento, è intenzione di Facebook contrastare la diffusione delle fake news rendendole più piccole, in maniera da diminuirne l’importanza, agendo specialmente sull’impatto grafico che hanno sugli utenti. Il direttore del dipartimento News Feed Integrity, Michael McNally, ha presentato venerdì 27 aprile questa novità durante la conferenza Fighting Abuse @Scale di San Francisco, facendo sapere che Facebook si sta preparando a ingaggiare la lotta alle fake news in un’altra maniera.

Dunque, se segnalare quelli che si ritiene essere contenuti non affidabili non ha funzionato, d’ora in poi la strategia sarà l’indifferenza. Recentemente le fake news in Italia sono salite alla ribalta anche nel mondo dello sport, soprattutto in seguito alle polemiche generate dalla direzione arbitrale di Orsato in Inter–Juventus. Infatti il giornale Tuttosport aveva assegnato un voto negativo all’arbitro ed oggi lancia una sorta di gioco incentrato sulle fake news che accompagnerebbero gli strascichi della partita. L’errore dell’arbitro si riduce alla non espulsione di Pjanic. In aggiunta (tra le news giudicate assolutamente veritiere) si sottolineano un (inventato) rigore (su Matuidi) e un’espulsione (Skriniar su Higuain a partita ormai ampiamente finita) in favore dei bianconeri.  Incredibile, visto che nell’analisi della moviola del quotidiano il giudizio dell’arbitraggio era stato severo.

Ma come mai le Fake News spopolano sul web?

Molti sono i siti che ricorrono al “click-baiting” (esca da click), ovvero cercano di trarre profitto da ogni cibernauta che clicca su queste notizie fasulle. Una foto piuttosto che un titolo fuorviante, o enfatizzato, possono generare curiosità nel visitatore il quale cliccherà per leggere la notizia e avrà due possibilità: accorgersi che è una vera e propria bufala oppure rendersi conto che la notizia interna è completamente dissomigliante dal titolo o dalle immagini.  Non menziono il peggiore dei casi, ovvero la divulgazione e la condivisione. Ma hanno comunque cliccato e qualcuno ci ha guadagnato.

Una vera e propria tecnica di marketing, alla quale tutti almeno una volta abbiamo abboccato. I guadagni di ogni singolo click vanno alle aziende che li promuovono, che cercano di accaparrarsi grandi risultati senza originare notizie di qualità serie o concettualmente stimolanti e di qualità. Un po’ come chi, anche tra i personaggi famosi, si compra i followers. Stesso identico obiettivo: arrivare in breve tempo a risultati che altresì non avrebbero raggiunto e che comunque non saranno duraturi.

Come combattere le fake news?

Le notizie considerate meno affidabili o provenienti da fonti incerte avranno molto meno spazio sulle timeline rispetto a quelle ritenute attendibili. Avranno, come si diceva prima, titoli più piccoli e nessuna anteprima dell’immagine, con la speranza che in questo modo le bufale siano meno visibili. Le decisioni verranno prese dall’intelligenza artificiale del social network, che si occupa di analizzare i contenuti che vengono caricati e cerca indizi che facciano pensare a una falsa informazione. Una volta individuate le notizie sospette, queste verranno posizionate in cima alla lista dei contenuti che dovranno essere controllati da fact-checkers indipendenti. Verrà anche impedito alle pagine che diffondono le bufale di monetizzare il traffico, in modo da scoraggiare l’abuso del sistema pubblicitario del social network.

Un’altra novità, che potrebbe portare a una svolta nel contrasto alla disinformazione, è relativa all’analisi delle immagini. Se infatti finora è stato relativamente semplice identificare le fake news veicolate da articoli e blog, poco o nulla è stato fatto per foto e video, che spesso veicolano la falsa informazione. Il machine learning, cioè la capacità dell’Intelligenza Artificiale di apprendere da sola, potrebbe essere in grado, in un prossimo futuro, di provocare un cambio di marcia nell’identificazione delle bufale contenute in immagini e video apparentemente innocui. È questo quanto si sta cercando di verificare in una sperimentazione già in corso in Francia.

Tuttavia, ogni tentativo di Facebook di contrastare la disinformazione, fino a oggi si è basato principalmente su modifiche dell’algoritmo e del modo in cui questo gerarchizza i post. Una proposta completamente diversa è quella arrivata dalla Web Foundation del padre di Internet, Sir Tim Berners-Lee, che in un report sul funzionamento di Facebook, ha chiesto di permettere agli utenti di poter visualizzare i post nella propria timeline in ordine cronologico. Nelle considerazioni della fondazione, c’è l’idea che una timeline, non influenzata dall’effetto dell’algoritmo, possa consentire uno sguardo più omogeneo alle varie fonti di informazione, eliminando alla radice il rischio di cadere nella censura dei contenuti.

Tutti noi possiamo fermare il crescente dilagare delle fake news. Come? Semplicemente sviluppando il nostro pensiero critico. Verificate i contenuti, non fermatevi all’apparenza e prima di condividere qualsiasi notizia confrontate altre fonti di informazione. Il web è un luogo virtuale immenso e con aspetti positivi e negativi, usato coscienziosamente sarà sempre più piacevole navigare e conoscere.