Era la sfilata Primavera/Estate 2009 quando la casa di moda romana Fendi presentò la prima Peekaboo in passerella, ed è stato subito amore a prima vista. Da quel momento sono trascorsi 10 anni ed una delle borse più desiderate si è reinventata, colorata, impreziosita. Oggi le auguriamo Buon Compleanno!

La doppia F del marchio

Fendi apre le sue porte alla moda nel 1925 con un piccolo negozio di pellicce di Edoardo Fendi e Adele Casagrande, ma già dagli anni ’30 inizia a farsi spazio nel mercato internazionale. Il piccolo negozio in Via del Plebiscito divenne rinomato grazie alle ricche straniere amanti dell’artigianalità italiana che giungevano a Roma. Alla morte di Edoardo le figlie presero il timone della maison e portarono avanti il progetto inserendo le prime pellicce pret-à-porter, sdoganandole da capo di nicchia.

Si sperimentano nuove geometrie e nuovi stili per le pellicce assieme ad un giovane, ma già genio talentuoso, Karl Lagerfeld. Sono proprio la sperimentazione, la versatilità ed una costante attenzione al futuro, che fanno di Fendi un punto di forza del made in Italy del lusso. Nasce così il termine “Fun Fur“(letteralmente”pelliccia divertente“) che prenderà vita nell’ormai noto logo della doppia F.

Logo
Fonte: Fendi

Nella sfilata Autunno/Invero 2013-2014 arrivano i Bag Bugs, i primi charms da borsetta. Ognuno super colorato in pelliccia di visione o di volpe. Tutti con una propria personalità: snob, arrabbiato, giocoso. Più Fun di così!

BagCharm
Foto: Fendi.com

Dal 1999 entra a far parte del gruppo LVMH (LouisVuitton- Moët-Hennessy), una holding che racchiude e rappresenta i marchi elitari di lusso nel campo della moda, della gioielleria, dei profumi e non solo. A capo Bernard Arnault, unico azionista e leader mondiale del gruppo.

One, two, three… Peek-a-Boo!

Quante volte vi è capitato di giocare al gioco del Cucù-Settete! Ecco da dove nasce l’idea di chiamare la borsa Peek-a-Boo. La parte frontale della borsa, rimanendo aperta, vuole lasciar volutamente alla vista alcuni oggetti che riponiamo in essa. Sicuramente quelli che vogliamo che gli altri vedano, il resto lo celiamo dietro ben chiuso. Ed è per questo tratto inusuale che la borsa è da subito diventata accessorio ironico, senza però perdere l’eleganza che contraddistingue il marchio Fendi.

Peekaboo-mini
Fonte: Fendi.com

La forma trapezoidale ricorda la Birkin di Hermès, ma se ne discosta molto per la lavorazione e la rifinitura degli interni in netto contrasto con la parte esterna della borsa. Sul manico è possibile applicarvi una tracolla per renderla più sbarazzina e comoda. E’ possibile acquistarla -o solo ammirarla ahimè- in più varianti. Large, Regular, Mini, Micro, Essential e Essentially. Un tripudio di possibilità e di stili per poter essere indossata da tutte le generazioni, sia donne che… uomini.

Peekaboo-Bag
Fonte: Fendi

#MeAndMyPeekaboo, una borsa tante storie

Un amore per la Peekaboo che nasce 10 anni fa e travolge anche le due figlie di Silvia Venturini (Direttore Artistico di Fendi) , Leonetta e Delfina. Viene così deciso, nel decimo anniversario di intervistarle e chiedere loro quale Peekaboo preferiscano e che ricordi sono legati ad essa. Nasce così il primo video di presentazione. Molti gli aggettivi per descriverla: versatile, semplice, misteriosa. Preziosa come un monile, un cimelio di famiglia che si tramanda di generazione in generazione. Molte le varianti per questo modello. Dalle più basiche dai colori beige e pastello, alle versioni romantiche a quelle più rock con le borchie. Ad ogni mood è sicuramente abbinata la sua Peekaboo, perché si sa, una borsa dice tanto della donna che la indossa. Proprio per questo casa Fendi ci omaggia di questa campagna -progetto internazionale denominato #MeAndMyPeekaboo. Tutte le donne sono invitate ad usare l’hashtag e raccontarsi assieme alla loro Peekaboo. Proprio questo è  il denominatore comune di tutte le generazioni che indossano una Peekaboo –Timelesssenza tempo.

Distinguersi nelle scelte è meglio che omologarsi nel mare di un consumismo spersonalizzante. -Carla Fendi-