Dall’identità sconosciuta come uno Zorro dei nostri tempi, Banksy è uno degli artisti più provocatori che ci sia. Tante le ipotesi per capire chi si possa celare dietro quella maschera, ma pochissime certezze. È forse anche questo alone di mistero a rendere la sua arte estremamente suggestiva. Opere insolite create per lo più con la tecnica dello stencil art.

Una distinzione però è d’obbligo tra uno street art come Bansky e un graffitaro. Questi ultimi molte volte utilizzano giochi di parole o lettere come personali tratti distintivi e non non sono sempre di facile interpretazione (e comunque non è detto che celino un significato profondo). Lo Street artist come Banksy invece, non solo utilizza lo stencil e la bomboletta spray sui muri, ma crea anche installazioni con l’intento di scuotere le menti di una società narcotizzata e indifferente. Tutti noi almeno una volta ci siamo imbattuti in una delle sue numerose opere senza magari rendersene conto. La bambina che vede volare via il suo palloncino, simbolo dell’effimero, i poliziotti inglesi che si baciano, il no-global che lancia un mazzo di fiori al posto di una bomba carta. Tutti soggetti estremamente riconoscibili però completamente, o in parte, decontestualizzati o ridicolizzati.

Fonte: Facebook – Banksy

“Un muro è una grande arma. E’ una delle cose peggiori con cui colpire qualcuno”

Banksy afferma proprio questo e divulga, tramite le sue opere, slogan politicamente scorretti. Racconta -con un messaggio dal forte impatto visivo- di un mondo marcio. Un mondo al passo con i tempi, ma allo stesso tempo retrogrado. Tocca temi sociali come il dilagare del consumismo, il controllo da parte dei media sulla nostra mente, le disparità sociali e l’inquinamento globale. E fa tutto questo proprio attraverso l’arte da strada, creando scalpore, sbigottimento e punti di riflessioni. Qualsiasi osservatore, dal più piccolo al più grande, è in grado di capirne l’essenza. La sua è una vera e propria arte comprensibile a tutti, ed è questo il suo vero punto di forza: l’immediatezza.

Dismaland: Welcome to the DISMAL EXPERIENCE.

Nel 2015 prende vita il suo grande progetto che lo vede partecipare con altri 58 artisti alla creazione di un’istallazione temporanea dal carattere lugubre –dismal in inglese. Dismaland, il nome per assonanza ricorda Disneyland, anche se si discosta di molto da quel magico mondo spensierato, anzi ne è proprio l’antitesi. Costruita in riva ad un vecchio lido in disuso nel Somerset-Inghilterra- ospitò un massimo di 4.000 visitatori al giorno dal 21 Agosto al 27 Settembre, periodo in cui rimase aperta.

Dismaland
Fonte: Facebook-Dismaland

Un parco fatiscente, dove ogni cosa ripresa dalle fiabe viene decontestualizzata ed utilizzata per diffondere notizie dal forte impatto sociologico. Cenerentola abita in un castello diroccato, quasi a ricordarci la decadenza dei fasti e la sua zucca tramutata in carrozza ha avuto un incidente. Banksy raffigura Cenerentola riversa a terra, morente con davanti uno stuolo di paparazza intenti a scattare foto per mercificarne il dolore.

Cenerentola
Fonte: Facebook-Dismaland

La sirenetta Ariel è sfigurata e vagamente inquietante. Volendo si potevano fare dei selfie con dei cartonati dei guerriglieri dell’ISIS oppure giocare con i barconi stivati di immigrati. Da ammirare la riproduzione esatta di un feto che ha già tatuato sulla pelle gli slogan di multinazionali famose, condannandolo così ancor prima della sua nascita. C’è la possibilità di salire su una giostra di cavalli, come in tutti i parchi divertimento che si rispettino, soltanto che questa giostra è gestita da un macellaio intento a preparare ragù con carne di… cavallo! Poco fiabesco non trovate?

Tutta l’intera istallazione verteva intorno a quest’atmosfera mortifera ed è stato successo puro. Ha trovato consensi di visitatori da ogni parte del mondo, ma purtroppo adesso è stata smantellata. Collegandosi a Banksy.co è possibile immergersi nuovamente in quel mondo e capire qualcosa in più dei messaggi che lo street artist lancia a tutti noi. Non sarà lo stesso che viverlo, ma vi assicuro che è comunque molto suggestivo.

L’arte dovrebbe confortare il disturbato e disturbare il confortevole.